L’uso del channeling per aiutare i defunti in difficoltà
In questo episodio vi raccontiamo un’esperienza toccante di contatto con un defunto: il papà di una signora, Laura, che si è rivolta a noi per affrontare un momento particolarmente difficile della sua vita.
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Il contatto con i defunti
Contatto con GianniContatto con Gianni
Laura stava vivendo una profonda crisi personale: aveva appena chiuso una relazione importante e, contemporaneamente, affrontava delle difficoltà sul lavoro. Durante la sessione di contatto, suo padre — Gianni che è morto alcuni anni fa — è intervenuto per aiutarla a fare chiarezza su sé stessa, sulle sue doti personali e sulle sue capacità professionali.
È stato un papà forte e affettuoso, che le ha trasmesso molta energia. Laura ha sentito fortemente questa presenza, e anch’io, mentre facevo da tramite, ho percepito l’intensità dell’affetto che li legava. Gianni aveva lavorato nel settore commerciale e ha sempre trasmesso a sua figlia il valore dell’indipendenza professionale. Anche nei momenti difficili, Laura sentiva la sua voce dentro di sé che le diceva: “È sempre meglio lavorare in proprio”. Questo principio, insegnatole con costanza, è diventato un faro nella sua vita.
Nel percorso di canalizzazione, il papà è riuscito a trasmetterle conforto e fiducia. Le ha fatto capire che è normale provare dolore per la solitudine e la perdita, ma che, con il tempo — circa sei mesi — avrebbe ritrovato l’equilibrio. Questa è stata una testimonianza potente, bella e significativa.
Lo Switch interiore con il channelingLo Switch interiore con il channeling
Spesso, quando le persone ci chiedono un contatto, assistiamo a veri e propri “switch interiori”: trasformazioni profonde che avvengono sia nella persona viva che nel defunto. A volte, infatti, le anime dei defunti restano legate a questa dimensione perché c’è qualcosa di irrisolto, un messaggio non detto, un sentimento trattenuto. In questi casi, il contatto serve a liberare, a chiudere cerchi rimasti aperti.
Talvolta il messaggio che arriva durante la canalizzazione non è neppure destinato al presente interlocutore, ma viaggia fino a raggiungere — in modi sorprendenti — la persona giusta, grazie alla condivisione di un video, di una testimonianza, o anche solo grazie al passaparola. Altre volte, il defunto ha bisogno di “confessare” qualcosa, come se fosse alleggerito solo nel momento in cui può raccontare ciò che ha vissuto, anche le parti più difficili.
Chi ascolta questi messaggi percepisce spesso una differenza netta: “Sento qualcosa di diverso, di più vero”, ci dicono. È l’energia del defunto che vuole lasciare un’impronta più forte, affinché il messaggio venga riconosciuto come autentico. E questo è importante sia per chi resta, che ha bisogno di sentire e credere, sia per chi è dall’altra parte, che ha bisogno di essere creduto.
Siamo qui proprio per questo: per creare un ponte tra i due mondi, per facilitare questa comunicazione preziosa.
A volte, i contatti avvengono spontaneamente nei momenti di maggior apertura: durante un ricovero, una forte emozione, un dolore improvviso. È lì che si apre uno “squarcio”, uno spiraglio attraverso cui il defunto può entrare in contatto. Sembra incredibile, ma accade.
Magari in un altro momento non ti servirebbe, ma lì, in quella situazione specifica, ti ha fatto da alleato.
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Sono un Ricercatore Olistico Specializzato in Cristalloterapia Eterica.
Insegno, divulgo, viaggio e amo il silenzio e la meditazione.
Puoi scrivermi a corrado.marchetti@gmail.com Seguimi sui social