I segnali di contatto dei defunti

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Il contatto tra le anime: un ponte che guarisce

Le anime che restano legate alla Terra, a volte, lo fanno perché hanno lasciato qualcosa in sospeso: un messaggio non detto, un’emozione trattenuta, un dolore ancora vivo. In questi casi, il contatto diventa uno strumento potente di liberazione. Oggi parliamo dei segnali per riconoscere il contatto.

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I segnali della presenza

Defunto

Il ponte con le anime defunte

Le anime che restano legate alla Terra, a volte, lo fanno perché hanno lasciato qualcosa in sospeso: un messaggio non detto, un’emozione trattenuta, un dolore ancora vivo. In questi casi, il contatto diventa uno strumento potente di liberazione.

Permettere l’incontro tra due anime che si cercano – una incarnata, l’altra disincarnata – significa offrire una possibilità di guarigione reciproca. È un gesto d’amore, capace di portare equilibrio e profondità interiore.

Spesso si pensa che solo i vivi abbiano bisogno di chiudere i cicli aperti. Ma anche chi è passato oltre porta con sé il desiderio di raccontare la propria verità, di essere accolto senza giudizio, di chiedere o offrire perdono, di esprimere un amore rimasto inespresso.

Quando questo accade, le anime si alleggeriscono. E chi riceve il messaggio percepisce un cambiamento netto: una sensazione nuova, autentica. “Sento qualcosa di diverso, di più vero”, ci confidano. È la vibrazione dell’anima che si fa sentire, che chiede di essere riconosciuta e compresa.

Quando due anime si incontrano – anche su piani diversi – nasce un momento sacro. È come se due mondi si parlassero, si abbracciassero, si sostenessero a vicenda. Molte persone ci raccontano che, dopo aver percepito la presenza di una persona cara, qualcosa in loro si è trasformato. Un peso si è sciolto, una consapevolezza ha preso il posto della confusione.

Anche i defunti, in fondo, hanno bisogno di essere ascoltati. Hanno bisogno di essere accolti senza paura, perché anche loro proseguono un cammino evolutivo. E quando possono esprimersi, finalmente si liberano. E ci liberano.

Forse, in un altro momento, avresti ignorato quel segnale. Ma lì, in quell’istante preciso, qualcosa dentro di te si è aperto. E hai capito. Hai capito che l’amore non finisce. Che i legami veri non si spezzano. Che, anche oltre la morte, le anime continuano a cercarsi, a parlarsi, a guarirsi.

Segnali invisibili

I segnali invisibili: come parlano le anime

La morte non è una fine, ma un passaggio. Un cambio di forma, non di essenza. Quando permettiamo al linguaggio dell’anima di fluire, scopriamo che nulla è davvero perduto. I legami autentici vivono oltre il tempo, oltre il corpo, oltre le parole.

Noi siamo qui per questo: per ascoltare ciò che non si vede, per accogliere ciò che non si dice, per rendere possibile l’impossibile. Perché a volte, basta un solo messaggio per trasformare un’intera esistenza.

È proprio nei momenti di maggiore fragilità che il mondo invisibile ci tende una mano. Non per invadere, ma per sostenere. Non per spaventarci, ma per ricordarci che non siamo mai soli. Nemmeno nei momenti più bui.

È in quella crepa dell’anima, dove pensavamo di essere perduti, che si insinua la luce. Una luce sottile ma potente, che ci parla con il linguaggio silenzioso dell’amore puro. A volte è un calore improvviso, un profumo nell’aria, un pensiero che arriva senza logica ma con una verità profonda.

In quegli istanti capiamo che il confine tra i mondi è più sottile di quanto immaginiamo. E che, nella nostra vulnerabilità, siamo profondamente accompagnati.

Costruire ponti tra dimensioni

Costruire ponti tra i mondi

Questo è ciò che ci guida ogni giorno: costruire ponti tra i mondi, offrire uno spazio sacro dove le voci possano essere ascoltate, le emozioni espresse, i legami ritrovati.

Il contatto si manifesta spesso nei momenti di grande apertura: durante un lutto, un ricovero, un momento di vulnerabilità. In quegli istanti si apre uno “spiraglio energetico”, attraverso cui l’anima di un defunto riesce a comunicare.

Magari in un altro contesto non avresti neanche colto quel segnale. Ma proprio in quel momento, il contatto arriva. E cambia tutto.

Se hai perso una persona cara, voglio dirti subito una cosa: quella persona non è sparita. È viva, ma in un altro modo. E spesso cerca di comunicare con te, soprattutto quando percepisce che stai attraversando un momento difficile.

Uno dei modi più comuni con cui avviene questo contatto è attraverso i sogni. Ma non tutti i sogni sono uguali. Quelli che rappresentano un vero incontro sono più nitidi, intensi, e al risveglio ti lasciano una sensazione profonda, un’eco interiore che ti dice: “Era reale.”

Magari ti ha parlato, ti ha fatto sentire la sua vicinanza, ti ha rassicurato. E tu ti sei svegliato con il cuore più leggero, meno paura, meno dolore. In quei casi, non è immaginazione. È davvero accaduto qualcosa. È stato un ponte tra te e quella persona.

Questi sogni non accadono spesso, perché richiedono molta energia da parte dell’anima del defunto. Ma si manifestano quando ce n’è bisogno, quando li chiami con il cuore, quando loro sentono che è il momento giusto per farsi sentire.

Se vivi uno di questi sogni, scrivilo subito appena ti svegli. Annota tutto: parole, immagini, luoghi. Questi dettagli ti aiuteranno a riconnetterti in futuro.

Oltre ai sogni, presta attenzione ad altri segnali: una foto che cade, un oggetto che riappare, un profumo familiare, una canzone che ti ricorda qualcosa. Sono tentativi di comunicazione.

Quando succede, parlaci. Anche ad alta voce. Non servono doti particolari: basta il cuore. Puoi dire, ad esempio:
“So che ci sei. Ti ascolto. Ti sento. Ti penso.”
E qualcosa si muoverà dentro di te.

Consigli finali

Inizia a costruire questo ponte. Fallo con amore, rispetto e fiducia. Perché se senti il bisogno di comunicare con chi non c’è più, probabilmente anche loro sentono il bisogno di comunicare con te. Se sei curioso di approfondire queste tematiche legate al channeling sei invitato al Open Day di fine mese, un evento gratuito. Ci sono solo 7 posti. Puoi iscriverti da qui alla serata gratuita: link

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