La radice che plasma la tua realtà
Oggi affrontiamo un tema che riguarda tutti, in ogni fase della vita: l’autostima. È curioso pensare all’autostima come a una sorta di “malattia sottile”, non nel senso patologico, ma come un aspetto invisibile capace di condizionare profondamente la nostra realizzazione pratica. Quando l’autostima è bassa, accade qualcosa di sorprendente: la persona tende a ottenere esattamente ciò che pensa di meritare.
È una cartina tornasole dei nostri pensieri più segreti.
Puoi approfondire gratuitamente nel triplo formato video, audio e scritto che trovi scorrendo questa pagina.
Come aumentarla
autosabotaggioL’autosabotaggio
Quando non crediamo di valere, ci precludiamo obiettivi, relazioni, esperienze. Cominciamo a confrontarci con gli altri e quel confronto diventa una spirale che abbassa ulteriormente la percezione di noi stessi.
È così che nasce l’autosabotaggio: non credere in sé stessi a sufficienza per permettersi di provare, creare, lanciarsi.
Gli altri lo percepiscono. L’autostima non è visibile, ma è percepibile. E questa percezione influenza il modo in cui il mondo risponde alla nostra presenza.
L’autostima cambia nel tempo
Uno degli aspetti più affascinanti è che l’autostima non è stabile.
Se facessimo una fotografia della nostra autostima a 15, 30 o 40 anni, vedremmo immagini completamente diverse. A influenzarla ci sono:
- le persone accanto a noi,
- le esperienze vissute,
- il contesto familiare,
- i confronti con gli altri.
E proprio i confronti sono uno dei punti più delicati, soprattutto nell’adolescenza.
Come recuperare autostimaCome recuperare l’autostima
Molti ragazzi vivono costantemente sotto una lente di paragone: c’è chi ha la ragazza, chi prende voti più alti, chi fa vacanze più belle, chi sembra sempre “avanti”.
Questo confronto continuo “massacra” l’energia vitale, quella bolla interiore che dovrebbe espandersi. Invece viene colpita, schiacciata, ferita.
E più ci si concentra su ciò che manca, più l’autostima si indebolisce.
Il rischio è ritrovarsi in una spirale di tristezza, senso di inadeguatezza e svalutazione personale.
Cambiare prospettiva cambia l’energia
Un punto fondamentale è spostare il focus.
Non hai preso 9, ma hai preso 8? È comunque un risultato positivo.
Non sei in vacanza quest’anno? Ci andrai in un altro momento.
Non tutto accade quando vogliamo, ma spesso accade quando serve.
Cambiare prospettiva permette di non ferire la propria energia e mantenerla stabile.
Il potere del riconoscimento quotidiano
Uno dei consigli più efficaci è semplice ma potentissimo:
👉 Ogni giorno riconosci almeno una cosa che hai fatto bene.
Datti una pacca simbolica sulla spalla, non aspettare che lo facciano gli altri.
Inserisci “gocce di autostima” nel tuo contenitore interiore.
Fai di questo gesto un’abitudine: oggi, domani, dopodomani… ogni giorno.
L’autostima cresce così: con piccole azioni che ricordano a te stesso che sei unico nel modo in cui fai ciò che fai.
Perché il tuo modo non lo replica nessuno.
Quando la ferita arriva dalla famiglia
Molti giovani con genitori separati vivono un senso di svantaggio, come se portassero una ferita più profonda degli altri. È una percezione comune e comprensibile.
La separazione dei genitori richiama sempre un ricordo emotivo, un prima e un dopo.
Il punto è ricordare che:
- i genitori sono persone,
- hanno esigenze e limiti,
- fanno scelte che a volte non comprendiamo subito.
Accettare che ogni persona percorre il proprio cammino è parte del processo di guarigione emotiva.
Le ferite non vanno ignorate, ma comprese e trasformate.
Conclusione
L’autostima rappresenta la spina dorsale della realizzazione. Se vuoi approfondire e capire di più i meccanismi dietro il corpo pranico, sei invitato gratuitamente alla prossima lezione gratuita. Clicca qui per partecipare.

Ricercatrice dello Spirito, Channeler ed Esperta in Pranoterapia.
Amo Insegnare, formare operatori, divulgare, scrivere e viaggiare.
Scrivimi a jara.centanni@gmail.com Seguimi sui social