Lo Spirito Guida

spirito guida

un percorso di apertura, ascolto e trasformazione interiore

Nella nostra cultura, parlare di spirito guida è spesso considerato un tema “astratto”, quasi fiabesco. Eppure, per molte persone che intraprendono un cammino di crescita personale e spirituale, la presenza della guida interiore diventa una realtà concreta, capace di portare comprensione, sostegno e cambiamento.

In questo articolo esploriamo cosa si intende per spirito guida, perché a volte fatichiamo a percepirlo e come possiamo imparare ad avvicinarci a questa dimensione sottile ma profondamente trasformativa.

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Il percorso astrale con lui

Spirito Guida

Cos’è davvero lo spirito guida

Secondo molte tradizioni spirituali, lo spirito guida è una coscienza evoluta, una presenza che ha attraversato esperienze di vita e livelli di consapevolezza avanzati e che ha la possibilità di accompagnarci nel nostro percorso umano. Non si tratta di un’entità astratta che osserva da lontano, né di un essere “perfetto” e distante. È piuttosto una forma di intelligenza che conosce la sofferenza, la fatica, i passaggi dell’incarnazione, e proprio per questo può aiutarci a vedere oltre ciò che ci blocca.

Lo spirito guida non indica il futuro, non predice gli eventi. La sua funzione è un’altra: aiutarci a comprendere ciò che stiamo vivendo, trasformarlo e crescere attraverso di esso. La vicinanza di uno spirito guida spesso porta un senso di sicurezza e pace, anche quando la vita esterna è turbolenta. È simile alla sensazione di avere accanto un allenatore dell’anima: non elimina i problemi, ma ti aiuta a restare centrato e presente, a respirare dentro la tempesta invece di farti travolgere.

Avvertire una guida spirituale può dare forza interiore nei momenti di paura o incertezza.
Non si tratta di una forza aggressiva o competitiva, ma di una resilienza morbida: la capacità di
affrontare ciò che accade dentro e fuori senza farsi spezzare.

Perché spesso non lo percepiamo

Molte persone, pur desiderando un contatto spirituale, vivono un senso di lontananza. Le ragioni principali sono tre:

1. L’ego che vuole controllare tutto

L’ego ci spinge a pensare di poter fare sempre da soli.
Questa chiusura rende difficile chiedere aiuto, sia agli altri che alla nostra parte spirituale.

2. La sfiducia o la paura del “non visibile”

Siamo abituati a fidarci solo di ciò che possiamo toccare o misurare.
La parte sottile viene bollata come fantasia, qualcosa che “non serve” o che non ha un impatto concreto nella vita.

3. Il senso di solitudine spirituale

Molti vivono relazioni affettive soddisfacenti, eppure sentono un vuoto più profondo: la mancanza di un legame con la “famiglia astrale”, con la propria guida, con un amore più ampio e incondizionato.

contatto spirituale

Il contatto spirituale come esperienza reale

Chi vive un percorso di channeling o meditazione profonda racconta spesso eventi, intuizioni, frasi o immagini che non avrebbero potuto immaginare da soli.

Questi messaggi non nascono dal pensiero razionale: arrivano come intuizioni improvvise, chiarimenti inaspettati, piccole “dritte” che non erano presenti nella mente cosciente. Quando ciò accade, si comprende che il contatto è reale e trasformativo.

Il caso di Laura: solitudine, lutto e il desiderio di una guida

Un esempio significativo è quello di Laura, una donna che viveva un forte senso di solitudine dopo la morte della zia Cristina, figura per lei quasi materna. Durante una seduta di channeling, la presenza della zia si è manifestata con grande amore, ma questo non significava che fosse il suo spirito guida.

A volte, infatti, le persone care che ci hanno amato profondamente possono apparire per confortarci, ma la guida spirituale è qualcosa di diverso: non appartiene necessariamente alla nostra famiglia terrena, e possiede una visione più ampia del nostro cammino di vita.

Può comunque capitare che un defunto diventi guida, ma solo se ha raggiunto un alto livello di consapevolezza e se il suo percorso glielo permette. Non è la regola, ma una possibilità.

C’è qualcosa di profondamente umano nel desiderio che chi abbiamo amato continui a camminare accanto a noi, anche dopo che il corpo se n’è andato.
Sperare che una zia, un nonno, un amico defunto diventi il nostro spirito guida è, in fondo, un gesto di amore e fiducia: vogliamo ancora sentirne la voce, anche se non possiamo più abbracciarla.

Ma cosa significa veramente questa speranza?

Non significa che la persona torni letteralmente. Significa che vogliamo imparare da ciò che ci ha donato in vita: il suo coraggio, la sua dolcezza, la sua saggezza. È come se volessimo continuare a portare con noi la sua presenza, trasformata in un luce interiore che guida le nostre scelte.

Quando apriamo il cuore a questa possibilità, succede qualcosa di sorprendente: iniziamo a sentire una calma più profonda, una voce interiore più chiara. Non è più la voce della nostra mente confusa, né quella del giudizio esterno. È la voce di chi ci conosceva profondamente e ci ha amato, trasformata in consapevolezza dentro di noi.

Ecco alcuni modi per vivere questo contatto in modo autentico:

  • Ricordare con gratitudine: ripensare ai momenti vissuti insieme, alle parole che ci hanno incoraggiato, agli insegnamenti che ci hanno plasmato.

Quando ci sentiamo fragili, confusi o travolti dalle difficoltà, questa presenza invisibile può diventare un rifugio, un luogo dove ritrovare la calma e la sicurezza. Non è una protezione che elimina i problemi, ma una forza che ci permette di affrontarli senza sentirci soli, con la certezza che c’è qualcosa di più grande che ci sostiene.

Ogni volta che ascoltiamo quella voce silenziosa, impariamo a riconoscere le nostre risorse interiori. È come se la saggezza e l’amore della persona amata defunta si trasformassero in una sorta di armatura delicata, che ci aiuta a muoverci nel mondo con più coraggio e consapevolezza.

Ci insegna a proteggere noi stessi, a radicarci nella nostra presenza interiore, a scegliere come reagire alle sfide con dignità e pazienza.

E quando quella voce diventa parte di noi, riconosciamo dentro la connessione spirituale e il gancio ci fa da traino.

Quella struttura è sempre viva, è sempre vicina, pronta a sostenerci nei momenti di dubbio.

Attingere a questi suggerimenti profondi ci fa capire, in maniera quasi tangibile, che non siamo soli. Anche quando la vita sembra correre veloce, con sfide che ci sovrastano e momenti di silenzio doloroso, c’è una presenza – silenziosa ma concreta – che ci accompagna. Non è una compagnia rumorosa o invadente: è la voce interiore che ci ricorda chi siamo, che ci guida con dolce fermezza, e che ci offre un senso di sicurezza anche quando tutto intorno sembra incerto.

Questa consapevolezza ci permette di camminare nel mondo con maggiore coraggio, perché sappiamo che ogni passo è sostenuto da qualcosa di più grande: la nostra stessa saggezza spirituale.

In questo modo, la paura si trasforma in attenzione, la solitudine diventa occasione di ascolto, e l’incertezza si placa nell’abbraccio silenzioso di chi ci guida.

Ogni volta che ci fermiamo ci nutre e sentiamo crescere quella sensazione: non siamo mai veramente soli, perché la guida che cerchiamo è viva, pronta a sostenerci, proteggendoci e incoraggiandoci a vivere pienamente.

E man mano che ci apriamo a questa consapevolezza, qualcosa di meraviglioso accade: l’energia spirituale dentro di noi cresce, e con essa cresce anche l’amore che siamo in grado di ricevere e donare. E’ un amore che ci nutre come una ricompensa, è una luce e una grande forza che ci avvolge, ci sostiene e ci rende più vivi.

È come se un fiume silenzioso scorresse attraverso di noi, portando con sé calma, chiarezza, protezione e coraggio, e aprendo il cuore all’universo superiore.

Ci accorgiamo che ogni atto gentile, ogni pensiero di gratitudine, ogni passo compiuto con presenza e attenzione, amplifica questa energia e la fa crescere ancora di più.

In questo modo, la guida interiore diventa un canale di amore e vitalità. Non siamo più semplici osservatori della vita: diventiamo partecipi attivi, capaci di trasformare la paura in coraggio, la solitudine in compagnia e il lutto in forza interiore. E man mano che questa energia cresce, ci rendiamo conto che ogni battito del nostro cuore, ogni respiro, ogni scelta, è accompagnato da una luce che ci protegge, sostiene e amplifica la nostra capacità di vivere pienamente.

Il libero arbitrio: la guida non può aiutarti se tu non ti apri

Uno dei principi fondamentali nella relazione con lo spirito guida è il libero arbitrio.
Significa che possiamo sbagliare, cadere, ripetere gli stessi errori infinite volte… e nessuno ci impedirà di farlo.

La guida può aiutarci solo se siamo noi a:

  • voler crescere
  • chiedere aiuto
  • riconoscere i nostri limiti
  • aprirci a una prospettiva più ampia

In altre parole, non sono le guide che devono venire da noi: siamo noi che dobbiamo avvicinarci a loro.


Come avvicinarsi allo spirito guida

Non serve vedere o sentire voci. Il primo passo è desiderare l’incontro e ammettere che la vita non si esaurisce nei limiti del visibile.

Ecco alcuni passaggi chiave:

● Aprirsi all’idea che la spiritualità sia reale

Non come favola, ma come dimensione dell’esperienza umana.

● Lavorare sull’ego

Arrendersi all’idea che non possiamo controllare tutto, che l’aiuto è possibile e necessario.

● Accettare di essere amati

Molte persone non si sentono degne di essere aiutate.
Ma lo spirito guida agisce proprio per ricordarci che meritiamo amore, comprensione e sostegno.

● Camminare verso di loro

Studiare, meditare, ascoltare, essere ricettivi.
Solo chi si prepara internamente può percepire la guida.


Il vero cambiamento nasce dentro di noi

Spesso immaginiamo il cambiamento come un grande stravolgimento esterno: cambiare lavoro, città, vita.
In realtà, il primo vero cambiamento è interiore: è la capacità di vedere una porta dove prima vedevamo solo un muro.

La guida non ti evita le prove della vita, ma ti aiuta a riconoscerle, a comprenderle e ad attraversarle con più lucidità e meno paura.

Consigli finali

Conclusione

Lo spirito guida non è un mito, non è una storia fantastica e non è una figura riservata ai “sensitivi”.
È una presenza spirituale reale, che accompagna ogni essere umano. Il punto è: siamo pronti ad ascoltare?
Siamo disposti a mettere da parte l’ego, la paura, la diffidenza, e fare noi il primo passo verso una relazione che può trasformare la nostra vita? Quando smettiamo di sbattere contro lo stesso muro e iniziamo a cercare la porta, la guida è lì, pronta a mostrarcela.

Grazie alla luce che sento e che continua a tenermi vivo.
Continua a cercare questa luce se ancora non la senti.

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